Varietà di "parlato puerile"

Benché l’oralità costituisca il fulcro delle situazioni didattiche di apprendimento, abbiamo poche ricerche in letteratura linguistica e in letteratura pedagogica sull’esistenza di un preciso registro linguistico a cui si potrebbe assegnare la denominazione sociolinguistica di “varietà puerile dell’italiano parlato”. Studiare questo registro potrebbe permettere di identificare strutture linguistiche di “messa in discorso” da parte degli alunni – formate o in formazione – utili per disegnare interventi didattici mirati a una migliore acquisizione sia del parlato meno spontaneo, sia dei contenuti che si attivano in situazione didattica. La ricerca intenderebbe, in questo senso, verificare se sia possibile parlare di “registro linguistico specifico” degli alunni di scuola elementare per verificare come le loro oralizzazioni in situazione scolastica possano essere fatte oggetto di situazioni apprenditive e didattiche mirate. In più, a partire dalle ricerche in ambito di linguistica italiana, la ricerca ambirebbe a puntare a una ri-costruzione della “grammatica spontanea” del parlato da parte degli alunni. È certo che una ricerca del genere, in quanto nuova e originale, sarebbe di grande interesse per i docenti nelle scuole. Nel passato, infatti l'oralità è stata costantemente pensata come "qualcosa che avviene" spontaneamente e di cui risultano misteriosi i meccanismi di apprendimento. Con questa ricerca invece si intende porre un argine a questo luogo comune e indicare come studiare a fondo e bene il parlato dei bambini in situazione didattica possa rivelarsi di grande utilità per la linguistica educativa e la didattica dell'italiano nel suo complesso.